VAUDA BASSA DI VOLPIANO
(accesso da piazza Cavour)
Vauda, storia di acqua
Benvenuti in Vauda! Davanti a voi l’estremità di una “lingua” di depositi fluvioglaciali che parte dalle montagne del Malone e dello Stura di Lanzo per arrivare fino a Volpiano. Si tratta di un’alta pianura, cioè di un altopiano rialzato di qualche decina di metri rispetto al livello su cui ci troviamo, quello della Pianura Padana.
Molti sostengono che il nome Vauda derivi dal celtico vald, che significa bosco, ma alcuni le attribuiscono l’origine voda, che vuol dire acqua, e potrebbe essere perché è l’acqua la protagonista della storia della Vauda.
Al termine delle glaciazioni, l’enorme quantità di acqua, prodottasi dalla fusione dei ghiacci, erose e trasportò tutto il materiale ciottoloso e terroso che oggi costituisce la Vauda. Le acque dello Stura e del Malone la modellarono, delimitandola ed erodendola ai suoi lati, mentre l’acqua che ci correva sopra cominciò a incidere piccole valli e ad alimentarne i rii.
I contadini, descrivendone il suolo, parlano di una terra dura quando è asciutta, ma acquitrinosa dopo le piogge. I geologi spiegano che è dovuto ad un lungo processo di dilavamento ad opera della pioggia, che ha progressivamente impoverito il terreno di nutrienti e lo ha arricchito di argilla e ossidi di ferro. Questi, responsabili del colore rosso del terreno, formano ad una certa profondità uno strato impermeabile che raccoglie l’acqua sotterranea e la convoglia alle risorgive caratteristiche della Vauda bassa di Volpiano, di cui la Fontana del cup è certamente la più nota.